avanza faticosamente, barcollando verso il nulla
gli fa schifo tutto il resto, adorerebbe soltanto stare ad ascoltare il silenzio
ma non è dato né d\’uopo
a lui non è permesso
concatenazioni subumane dovrebbero tenerlo ancorato al terreno
volare altrove, comunque, ascensione caustica
Mese: giugno 2019
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cosciotto di maiale malvagio su schien di lumaca che ha imparato a camminare.
per stare bene, pare, mi devo bruciare i neuroni. -
la sofferenza è una colpa poco distratta, poco soave, cancerogena fino al midollo.
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ma amo tutto il resto
la mia psichiatra vuole ch\’io scriva. la venexiana pure. il troll palloso anche, giusto per starmi a commentare malamente nei momenti meno adatti.
io invece sorvolo saccente (come pochi) il rado raso delle chimere.
io invece mordo innocente carne morta a causa d\’altri, ch\’io mai avrei osato, potuto, anche solo e per di più, stare a immaginare.
però mi piace/piaci, li odio tutti. -
e questa è la poesia più bella che mi veniva in mente in questo momento
un velo di ghiaccio per assaporarmi i coglioni
nel senso che non ha senso, mai, ma dovrebbe, comunque, storie che durano due parole, serie.
Del tipo che sono quasi sollevato quando sento di gente che non beveva e non fumava ma si è beccata un tumore, lo so che non è bello ma non è colpa mia, se sono catastroficamente fatalista, qualunquista e che più ne ha più ne mettista.
Si, l\’ametista, l\’ametista soave che tutto ghiaccia in estate ma ti riscalda in inverno, sono il figlio del dio Ventilatore, il cibo liofilizzato m\’è candido nettare, nelle afose giornate d\’arsura a cui tutti dovremmo rendere conto, se non mi sbaglio, ma erro non pensante di fronte al penultimo uragano, mi fa specie, mi fa, mi droga di coriandoli bislacchi, mi eleva di fronte a voi, paladini del niente, difensori di stocazzo, mietitori. -
La misantropia è un tratto così tipicamente, bassamente umanoide.
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Felice Stocazzo d\’Estate!!!.
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Ho solo bisogno del sonno eterno che ha imparato a illuminarmi lo sguardo nelle arse giornate di un\’estate così mai desiderata.
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Profetizzo la fine di ogni sentire, ingranaggi osceni arrugginiscono al suono di un tumore che si va via via diffondendo, sempre più implacabile e letale, sotterraneo, nascosto ma solo fino a un certo punto.
Gli occhi dei più, nel frattempo, gioiscono assuefacendosi al rumore. -
Impianti di bronzo che ti costringono a godere delle piccole cose, niente più denti, solo fango a masticare il coraggio che avevi avuto ma che a conti fatti, ti è sempre mancato per imparare a sorridere persino delle avversità dilaganti a cui il mondo, poco elegantemente, si è abituato.
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Che hai rotto il cazzo con i tuoi deliri di saccenza esoterica, profeta del nulla, eroe di queste balle funeree ed eteree ed impara a respirare come si deve, che di catrame ce n\’è già abbastanza, nella tua psiche e i miei quarantasette dobermann assetati di uranio.
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Koeln, Germania
Divoro i noodle elettrici mancanti solo alla fine del mondo, nell\’attesa spasmodica delle polveri plutocratiche che mi servono all\’esistenza, un\’esistenza lieve e soave come il piombo nei polmoni di un neofita spaventato dall\’avvento dell\’Anticristo.
Un bel viso e delle belle tette, cosa serve di più a una ventenne, oltre che una psiche salda, una mamma che non si droga e un lavoro confortevole? -
le stelle sono gli inutili orpelli di un cielo testimone soltanto di sofferenze buttate nel cesso.