che delusione sei stato per me.
avresti potuto essere un maestro, invece volevi solo qualcuno da trascinare inconsapevole nel tuo giochetto sadomaso e pederasta.
adesso, gioca da solo.
niente.
che delusione sei stato per me.
avresti potuto essere un maestro, invece volevi solo qualcuno da trascinare inconsapevole nel tuo giochetto sadomaso e pederasta.
adesso, gioca da solo.
se continui a leggere è perchè ti piace essere punito, e c\’è da dire che da un pederasta sadomaso come te c\’era da aspettarselo.
ti rutto in faccia e ti auguro il cancro.
poi cerchi di mistificare la realtà in maniere così plateali che solo un idiota come te potrebbe cascarci.
stai perdendo, e tu lo sai.
e cerchi di arrampicarti pateticamente sugli specchi, come una mosca che ha perso le ali.
e proprio come una mosca, ti rinnovo il mio invito a mangiarti la merda.
che rispetto allo schifo che hai dentro non potrà fare altro che depurarti.
bye bye
poi ti attacchi ad argomenti inflazionati come il fatto che io sia un paziente psichiatrico, pensavo potessi fare di meglio.
sei banale.
saresti tu a manovrare me? ma non ti accorgi che perdi in continuazione?
definisci come \”rimostranze\” quelle che sono assolute verità.
cerchi di nascondere con il linguaggio forbito la pochezza e la meschinità delle tue inclinazioni, delle tue intenzioni, fai schifo e tu lo sai, perchè lo so che lo sai, io invece sono puro come un giglio rispetto a merde della tua portata, ed è questo che ti irrita oltremodo.
adesso vai a cagare e poi mangiati la merda, e continua a scrivere mi raccomando che mi fai crepare dal ridere.
vorresti infastidirmi ma mi fai solo ridere, vai avanti, go on.
sto pederasta di merda che voleva pure il mio numero di telefono subito mettendo le mani avanti con un \”non sono frocio\”.
no no, sei solo un pederasta di merda.
go on and on.
ma manovrati sto cazzo, che ti piacerebbe e come.
tra l\’altro, anche se un fascista di merda come te farà fatica a capirlo, la mia \”psicopatia\”, per me è motivo di gran vanto se mi rende inadeguato alla società malata dove tu sguazzi come un maiale.
Meglio un matto sano che un \”sano\” marcio.
marcio e pederasta.
Tra le altre cose, sei pure un pederasta.
Un pederasta asessuato.
Vengo da te perchè mi diverte vedere quanto riesci a cadere in basso pur di infastidire qualcuno che neanche conosci.
Certa gente ha la levatura morale pari alla diarrea di un cane lebbroso.
gente tormentata che prova l\’assoluta impellenza di tormentare il proprio prossimo
e così il mondo perpetua il proprio schifo, e dolore, e squallore.
Solo io e te ormai sappiamo, che uomo piccolo piccolo che sei.
I culi nei porno non sono mai sporchi di merda.
Rifletteteci e chiedetevi il perchè.
Il tuo cercare in ogni modo di affossarmi dimostra solo una cosa: la mia esistenza ti irrita, ma a me non me ne sbatte un cazzo, mi diverte soltanto vedere quanto puoi scendere ogni volta più in basso, nel tuo estremo squallore.
Sul serio, mi diverti.
Scrivi scrivi, coglione.
Asessuato.
sei uno squallido come ce ne sono tanti.
quanto non invidio la gente che si ripete in continuazione senza annoiarsi da sola, vomitandosi addosso parole che hanno significato solo nella loro psicopatia circoscritta ma ahimè dilagante.
tutto quello che scrivo potrà essere usato contro di me nel tribunale della empia inquisizione.
Il caldo catalizza le reazioni, prima fra tutte lo sfaldamento dei coglioni.
da millenni l\’uomo guarda al cielo alla ricerca di risposte, ottenendo in cambio solo il silenzio, interrotto dalle minchiate di fior di mistificatori, proprio uguali a te.
Chissà se la gente meschina non si accorge di far schifo oppure se, come i porci, è semplicemente contenta di sguazzare nella propria merda esistenziale.
si può ridere anche nel dolore. si può ridere anche del dolore.
ma questo, la gente monocorde fa davvero fatica a capirlo.
Ha la mentalità utilitaristica alla briatore, però almeno ascolta i pink floyd, eh beh.
Contraddittorio da far schifo, ridicolo il mio clown.
Menomale che ci sei te che sei il vate delle nuove e vecchie generazioni, oltre che il mio pagliaccio personale.
Noia mortale.
Chissà se pure gli animali mentono.
approfitto dell\’occasione rubatami ad hoc da questo vapore sballante giusto un poco e ritorno ad avvinghiarmi
come l\’edera sui pali
nonostante il peso e il calore corporeo
nonostante l\’ultima speme mai sopita si sia oramai addormentata da tempo
nonostante le maledizioni e gli strani rumori
i fischi e gli applausi,
le gioie e i tumori
e niente, a parte un rospo androgino e umanoide che canta urla e sussurra,
decide, nega e si confonde tra le fronde
del tempo.
Ovviamente.
e niente,
Se la televisione mi ha insegnato qualcosa è che le donne, come le scolopendre, secernono liquidi bluastri.
mi viene voglia di andare a dormire per sempre…
note a cui nessuno frega un cazzo di niente si scontrarono quel giorno contro una intera legione di volti presi a caso dalla folla, infrangendo ogni pudore, momentaneo, posto a caso sopra ai confini della ragione, così retorica e ovviamente assai povera di contenuti.
nell\’angolo più solitario e luminoso del pomeriggio ci sono redenzioni che durano un giorno, malevole intenzioni mascherate da opinioni saccenti e un vago sentore di muffa gravitazionale rappresa a grumi sopra lo strapiombo.
preferisco l\’inverno a questo silenzio urgente di nudità casuali e mai fortemente volute.
musica asfittica, persino per chi come me ha nei polmoni sentori d\’uranio pazzo misto a colori cuneiformi provenienti da un\’altra regione dell\’infinito.
vuoto cosmico che drena ogni possibile via di fuga dal corollario della desolazione