Stordito dalla vertigine multiforme che guarda caso esplode sempre meno sovente mentre sei attento ad ogni tuo passo, che non vada sprecato, per carità, o neanche elargito per sbaglio – ché ogni respiro e prezioso – e non va condiviso – con degli sconosciuti dai sordidi intenti e ancor più infimi sguardi atti a spaventare gli insulsi, atterrire le madri, rendere sterili i poderi (e dio solo sa che altro)
Tipo c’era un giorno Aushsnapushniggurath, capo della sua tribù di proto-neo-neanderathalensis da poco trasferitisi dalla palude in una città di fango, che proprio non riuscivano a fare a meno dell’umidità e della muffa e dello sterco di gnu.
Innanzi tutto ci converrà promulgar delle leggi, che proprio non mi va di stare a sentire le lamentele di voi sudditi plebei atti solo a ciancicare melme viscose dalle corde vocali. Catarri.
Del tipo la prima nonché più importante sarà la seguente:
È vietato indossare calzoni rossi di mercoledì, perché una volta uno che indossava calzoni rossi fatti di spuma di capra da raccordo mi guardò non proprio benissimo e io da allora aborro chi veste in tal guisa, e se non mi sbaglio era mercoledì-
Poi, e tu scriba, prendi nota, è vietato sputarsi in un occhio dopo avere contemplato affranti l’inutile infrangersi delle onde della vita sullo specchio del tempo.
Catapultarsi ad occhi chiusi in ogni bagliore è concesso, sebben sconsigliato.
Maledire i parenti di chi ci fa del male è abbastanza consentito e anzi incoraggiato da un bonus di 97 conchiglie rosse pro capite.
Salutare il sole e l’aria fresca del mattino è indifferente, a conti fatti.
Vietato è pure redarguire gli astanti riguardo all’inutilità inerente il tutto.
Infervorarsi piuttosto, ri-accendere gli animi e focalizzarsi sui dettagli meno importanti.
Ma un mago oscuro lanciò una maledizione su Aushna(pushniggurath) e sulle sue etere.
Non avrebbero mai potuto provare piacere di sabato.