Ambisco alla ragione stessa della fotosintesi;
che io possa trovare – nel tempo
le particelle umide che mi portano ancora a sperare,
a volere di essere VIVO.

Feels Like We Only Go Backwards
Ambisco alla ragione stessa della fotosintesi;
che io possa trovare – nel tempo
le particelle umide che mi portano ancora a sperare,
a volere di essere VIVO.
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“I poeti che strane creature, ogni volta che parlano – è una truffa”
La moralità è un concetto cangiante e dio sa quanto opinabile, a quanto pare, soprattutto di questi tempi.
Poi ci sono io che simile al polline e non alla roccia, uso la forza del vento per lasciarmi trasportare in vorticosa danza verso i fiori che voglio ancora annusare.
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Comunque mi sa che non sto diventando santo. Il profumo di “fiori” deriva semplicemente dal trinciato lasciato nel grinder a macerare.
Peccato.
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La vita uccide- smetti subito
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La Scienza dei Magi – vol. II – G. Kremmerz
“L’occulta filosofia dà all’amore due sedi: nel cervello e nel cuore. Nel cervello, fantasioso o calcolatore, entusiasta o briaco, l’amore è impuro, è passionale, è demoniaco. Nel cuore, sereno, obbediente, paziente è un sentimento di abdicazione e di dedizione angelico. In fisiologia si conoscono i rapporti che legano il cervello agli organi della impurità sessuale. L’amore impuro vi germoglia come un desiderio di vanità: è la Lilith e il Samael distruttori che consigliano e pungono il vanitoso a cogliere un fiore, per lascivia di potere, per calpestarlo come una sozzura: ed ogni atto di questo amore è una viltà, in cui il cuore non aumenta i suoi palpiti che nel momento in cui l’orgoglio bestiale è soddisfatto. Ma l’amore del cuore, in cui il cervello non ha versata la nebbia offuscante della sensualità, è un atto divino da cui è ad aspettarsi ogni bene. Nasce come una effusione delle anime tra due nature che spiritualmente si completano. Si annunzia come un vago sentimento di benessere: cresce ed aumenta d’intensità come un tacito consenso, tra due creature, in una fede comune. Il primo è una passione, il secondo è un ideale.”
Si ringrazia Roberto Maverick Benedetti
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Disgustoso ma interessante.
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Non so veramente cosa pensare a riguardo dei like.
Mi piacciono, in parte, sono comunque umano, almeno suppongo, ma allo stesso tempo mi vincolano, come se mi mettessero nella condizione di compiacere qualcuno.
E solo Dio sa quanto io non voglia stare a compiacere proprio nessuno, a parte me stesso e quella ristretta cerchia di persone che io ho scelto come mie compagne di viaggio per questo strano tratto della mia esistenza.
(Anche stavolta, con precisione matematica…)
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Non seguite il Folle. Egli sente solo il bisogno di affrontare se stesso.
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Comunque pregnante nelle comunicazioni, indicazioni, riferimenti.
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Credo che sia arrivato il momento di raccontarti circa a un sogno che ho fatto un po’ di tempo fa.
Mi trovavo in una casa disabitata, a tratti cadente e ricevevo una chiamata al cellulare.
Eri tu, che con voce sorda e rotta simile a quella del nano di Twin Peaks provavi a ciancicarmi delle cose strane all’orecchio, così, tanto per il gusto di infettarmi ulteriormente.
Allorché io spazientito ho cominciato a urlarti di tacere, e te lo ho ripetuto tre volte: TACI, TACI, TACI PER SEMPRE! – e tu tacevi.
Riattaccato il telefono però, la tua voce, ancora più incomprensibile e sommessa, ricominciò a uscire da uno strano apparecchio posto a ridosso di un muro della casa, quello vicino alla porta d’ingresso.
E questa era la buona notizia.
Quella cattiva è che ho comprato un tuo libro, lo trovo tanto pregevole nella forma quanto (e questo è stato confermato dal mio subconscio oggi, mentre dormivo, tanto che mi sono ritrovato a pronunciare queste parole nel sonno) disgustoso nel contenuto.
Ci aggiorniamo alla settimana prossima, au revoir.
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divoratore di ossimori antitetici al suono
improvviso improbabili danze soporifere accostando ai rumori la necessità di un’azione costante
dimentico di quando ero sereno adesso affronto, privo di remore, ogni pulsione scarlatta orientata alla negazione.
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A me – la volontà di dominazione mi appare meschina.
Preferisco fluire, per il momento.
Ma forse sono solo un po’ ipocrita.
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Sarà, ma io mi guardo in giro e in giro solo vedo sguardi solo che imbrattati d’odio, o paura,
L’Amore è meglio tenerlo nascosto.
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-Haryukan Meriggio? Hauharan, Shitan!
disse Giancoraggio, e si separò dai sette, dismettendosi.
Il gruppo rimase perplesso da quanto era appena accaduto, e Dotto, il primo dei nani (che fin qui c’eravamo arrivati) propose a tutti di farsi un cannone.
-No, disse Truzzolo, quasi quasi mi è venuto in mente di presentarvi questo absurdolo liquore che ieri pomeriggio, mio cognato proveniente dalla Spezia, mi ha appena portato:
-Di che sa?
lo interrogò BianKaNeve
-Di niente, probabilmente, ma è più probabile che sappia anche di troppo, per l’appunto.Con un sentore di rose caramellate.-
Al proto-vedico suono di queste parole, BianKaNeve era già stata sedotta da un pezzo e annusando l’aere rubiconda e bianca si dirise naso e chiappe verso l’occhio famelico della fantomatica bottiglia.
-Chi ha detto che lo dovevi bere tu? Soprattutto Tu per Prima? – la redarguì il Truzzolo, acrobatico a suo modo, nano caramellato da un pezzo.
-Lo decido IO!- fece il principe, con fare manesco, -Solo IO sono in grado di comprendere quanto e quale questo liquore ci potrà ringalluzzire, oltremodo, a Novembre,
-E invece no, lo interruppe BianKaNeve, lanciandosi con simpatia venosa alla faccia del nano, afferrando il magico intruglio, biankastro ed ambra il sapore.
E ingurgitò.E bevve.E consumò.Tutto.
Non ne lasciò neanche una goccia pei i suoi amici o nemici o cugini di essi.Non ne lasciò nulla per nessuno, perché così era scritto ed adesso ed Amen.
Tutti rimasero in silenzio.
-Ma che kattzzo , BianKaNeve, come hai osato, come hai potuto, come hai anche solamente potuto anche voler solo immaginare di avere berlo tutto?
un piccolo rutto
esordì dalle labbra innocenti di BianKa, rutto sommesso quasi ascoso ma sì dolce, effervescente e più che spontaneo.
-Ho capito! Solo ora, rimembrosa, mi sono ricordata di dover andare avanti, niente più affabulamenti, litigi o teste di caTTzo qualsiasi.D’accordo?
-SI
dunque procediamo di un’altra quindicina di metri verso sinistra e ci ritroviamo in faccia a un cespuglio.Verde e viola.Miracoloso.Fresco.Imbelle.
-Cosa ci sarà oltre QUEL cespuglio? – chiese Bistrattalo, quarto dei nani
-Non lo so ma stando all’odore, direi che sicuramente ci dovrebbe essere qualcosa di buono…-gli rispose Cucciolo
-Mh – disse Dotto, non credo proprio ma comunque state attenti, e comunque qualcuno dovrà pure fare da ariete, qualcheduno dovrà pur uscir la faccia oltre la siepe, per guardare, altrimenti oltre…
-Principe?!urlò BianKaNeve
-Si? Nevvero? disse il principe
-Tocca a te.
-E OK, fece lui, districhiamoci tra le foglie di questo giardimmmhh..
-mmh cosa?Gli chiese BianKaneve
-Sentoooh,
-Cosa?
-Sentoodor di
-Di cosa?
-Sento Odor di Dardanelli – disse il principe, prendendo la sua sposa per mano e tirandola aldilà della siepe
i nani forcuti, potevano accompagnare solo e lo fecero, danzando e zompettando e tutti e sette si ritrovarono all’improvviso catapultati nelle violacee paludi del loto nero.
Ad accoglierli fu un campo quadrato, con i quattro angoli smussati, recintato da tutti i lati da queste siepi verdi con risvolti cromatici violacei, e nel centro, una palude, con in mezzo, un loto nero.
Il loto nero inspirava indecente soffiosi ricordi di pomeriggi altrui, protocollati, altolocati, nevrastenici ed indecenti.Deliziosi e sulfurei, abbandonavano la mente per viaggiare a fitto dentro al di dentro del corpo.
Tutti erano fermi, sulle soglie della palude, fissi immarciscenti lì a guardarefitti
fissiConcentrati su quell’unico fiore ondeggiante, violaceo e nero, dalle damaschie urticanti, dorate, quasi per sbaglio volute, desiderate.
-No KattZZO! fece Brontolo – Lo sapevo
-Cosa? lo interrogò BianKaneve
-È lui, quel fiore è LUI!
-Lui chi?- gli chiese il Truzzolo-Lui! Lui! Nient’altri che Lui! Il mago nero, l’oscura presenza!
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Compongo strani suoni usando le mani come strumenti
BIANKA Neve
bianca Neve era una tipa astratta, le piaceva divulgare meraviglie purulente sopra le case degli altri e non si curava affatto delle conseguenze che tutto ciò avrebbe potuto avere.
Ella si beava infatti di una strana scimmia di nome Nessuno, tristemente complicata quanto ragguardevole riguardo ai modi e ai fatti.
Comunque, un giorno di media portata BianKa Neve decise che era arrivata l’ora di raccogliere dei funghi dalla foresta di smeraldo e onice, profumata di fragranze sempre nuove quasi quanto quelle mutandine di quella tua zia adorabile quanto profumata in eccesso.
Non volle andar da sola, però, e così riuscì a complicarsi la vita invitando a sé cinque nani e un Principe.
Gli altri due (nani) erano già in vacanza negli spudorati pressi di Vigevano.
A far free climbing sopra ai cessi, dicevano.
Nel frattempo un’oscura forza mascherata decideva le sorti della conquista più austroungarica che tu abbia mai conosciuto in vita altrui.
La forza oscura puzzava di vecchio.
I funghi, dal canto loro, violacei come il mio desktop, brillavano, astratti, sopra ai confini di un sottobosco ascoso, severo ma morbido, verde luccicante, di strani muschi e suoni pacati, brillanti, unici.
Ma era arrivato il tempo di partire
nano number one pizzica il culo a nano number five e dice a tutti che è arrivato il momento di seguirlo, oltre la porta, il regno dei Cristalli aridi e avidi e madidi come la pece (ma più bianKi) li stava aspettando.
-ok ragazzi, arrivo io
disse il principe, sorvolando grazie al mantello l’intera scena, un po’ nascosto dalle ombre, mezzo ancora dalla nebbia
-arrivo io e vi dico: DOCET
QUARTO NANO DOCET
-ma in che senso?
fa Bianca Neve e tutti:
-BOOOH.
Ho capito, fece il terzo nano, ho deciso che da oggi qualsiasi voglia cosa vi venga in mente, io la dovrò – neutralizzare!
-e perché?
chiese Cucciolo, forse il quinto, forse il terzo, dei nani
-Perché l’altro ieri ho sognato un cugino vandalo di Adolf Hitler, che mi diceva: apri gli Occhi, il tempo è VENUTO affinché io possa destinarmi al domani
-Capisco, fece il quarto nano, ma adesso è proprio ora di andare
-In effetti, vai partiamo – fece il principe
Aperto il cancello, una distesa candida di meraviglie caramellate si palesò agli occhi del gruppo, bianche come lo zucchero, dolcificanbrillanti, quasi adipose.
Erano piante o animali, graziose nel gusto e soporifere nell’umore, sempre madide di speranze ancora a venire. Un mondo giovane, carico di meraviglie un po’ cangianti.
Ma posto il secondo passo a BianKa neve scoppiò un brufolo e subito dopo udì un rumore, un ululato quasi, proveniente dalle gerarchie tonanti del mezzogiorno.
Ella udì il suono del primo attore osceno e confabulante inviato dalla oscura forza per impedire la raccolta, dei funghi saKri, che la dama e i nostri assolutamente volevano.
-Non aver timore, BianKa neve, disse un nano, il terzo se non erro – ho qui un rimedio protozoico inventato da mio nipote Achille, proveniente dalle spazientite lande dell’ovest a sud della Marchilonia, rimedio bianco, soffice e soave, basta un sorso, solo uno, e tu ed io e NOI, diventeremo un tutt’uno con la macchia.
-Sei d’accordo?- Chiese il principe
ed ella, neve BianKa annuì, bevendo.
Non appena il liquido fu ingurgitato, un fragore sommesso sbalzò impavido dal petto pulsante della ragazza, impetuoso ma dolce, ovattato e sincero.
-Cazzo che minchia di botta!
-Hai visto, fece il nano, sornione – adesso passa la bottiglia che ce ne imbeviamo un po’ anche noi!
e bevvero, stavano a malapena a due metri dal cancello ed essi bevvero, tutti, poi soddisfatti ringhiarono e ringraziarono Allaide per il saKro gusto del suono.
O del liquido, nelle vostre menti.
Comunque, i sette, compresi Principe e BianKa Neve, meno due dei nani, tipo stavolta fecero un quindici kilometri di strada a piedi, cantando e saltellando, quasi in estasi primigenia dovuta al fatto che avevano ingurgitato il liquido saKro-magiKo donatogli da voi sapete bene chi.
-E quindi? Fece a un tratto Truzzolo, uno dei nani
-Cioè mi avevi detto che mi dovevi dare una sigaretta e invece ti sei rollato un cannone, nottetempo, tergiviriscarabilmente suppongo, ma non ti vergogni?
disse a Cucciolo, che adesso era diventato il secondo nano.
Brontolo lo interruppe: Non essere così scontroso, Truzzolo, il ragazzo aveva solo voglia di fumare, e poi mi deve fare fare anche due tiri, vero?-
Ma proprio mentre Cucciolo stava per annuire e passargli la canna, o joint o spliff o blunt, che dir si voglia, no, ecco che ti appare un super-omo palestrato di nome Giancoraggio.
Con una tutina aderente gialla e viola, lucida come un pacchetto di patatine del supermercato.
Portava pure un mantello se non mi sbaglio anche, viola anch’esso, come un lillà.
In una radura affatto mistica, circondata da alberi lunghi e sottili che mi ricordavano i cipressi, ma più bianKi.
-Ciao, sono Giancoraggio, eccomi a voi in adeguata vece, che con voce tonante torno per la prima volta dirvi che c’è un’offerta, un’offerta vantaggiosa atta a lavare a me a voi, le mani, i piedi e forse anche la faccia, con uno scellino in più anche le ascelle.
-Ma davvero? fece il terzo nano – ma davvero tu pensi che io e noi e noi e loro abbiamo forse il bisogno di lavarci le ascelle, in un giorno come questo, invernale al cristallo, freddo e sterile come la pietra?
-In realtà sono venuto qui per dirvi di stare attenti, disse Giancoraggio, attenti perchè svoltato quel finto angolo oltre la siepe nevralgica quanto cristallina, vi ritroverete in una palude, ombrosa quanto indigesta, fottutamente placida ma kaotica, portatrice di dolci sogni e morte, morte a palate.
In quella palude crescono imberbi i fiori del loto nero, provenienti alquanto dalle oscure paludi dello Stige.
-E chi li ha portati qui?
Fece a un tratto BianKa Neve, giustamente incuriosita
-Sempre mio cugino quell’Achille, figlio di Novara, figlio di Vincenzo, disse il nano cugino di Achille.
-È uno spacciatore D.O.C. , precisò Bistrattalo, quinto dei nani.
Il principe, un po’ geloso, chiese, rivolto a Giancoraggio:- E mò che vuoi, mille lire?
-Si, ne avrei prescia e anche che bisogno, ma attenti, attenti al mio vaticinio acuto nonché cronico, attenti poiché oltre le paludi del loto nero incontrerete altri perigli, pericoli, attenzioni e necessità.
-Tipo?
-Tipo la steppa delle merendine urticanti.
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Voglia di lucidità.
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Tutta questa violenza.
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Gesù Kristo sulla Kroce ha imparato a camminare
rivolta gli angoli apparentemente nevralgici
su cui supporre le gerarchie del suono
Io SONO.
e TU SEI UNA?
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Barattare la mia libertà psichica e intellettuale in cambio di due like, un abbraccio e 150 euro.
Non c’è bisogno che vi ripeta dove dovete andarvene.
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Certa gente non sa veramente che farsene delle misere briciole di potere che gli sono concesse, per fiducia, e ne abusa abbondantemente, per i loro sordidi interessi. Poi si lamentano quando UNO giustamente spazientito li manda abbondantemente a fare in Kulo.
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Kontento?
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Credo di aver sognato di venire a patti con le ombre, erano bambini e io insegnavo a loro e loro insegnavano a me, è stato dolce e l’unica cosa che continuavo a ripetermi mentre mi svegliavo era: sta succedendo davvero…
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Taglio laccio emostatico, ribelle
ascensioni mistiche, sulla mia pelle
rivoltoso ancora ombroso a riveder le stelle
semantico, tipo squarto di un grado, poi mastico
rovescio
innanzi tutto ancora la geometria Euclidea
dimentico, sepolto sotto all’opera della geografia tonale
rimastico – ventotto – scene drammatiche, risale.
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Ok, fusione avvenuta, con o senza qualche intoppo, ho migrato.
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